Esplora la Vita.

Salute Fisica, Vita Emotiva e Relazione
ognuno rafforza gli altri

Scopri cosa puoi fare per migliorare la tua vita 
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Tutto scorre normalmente…
Ma quali sono le principali minacce alla nostra salute?

Non è l’infiammazione acuta: questa è un normale meccanismo di difesa dell’organismo che protegge da aggressioni di varia natura, come batteri, contusioni, tagli ecc. La guarigione è affidata al sistema immunitario e al sistema nervoso autonomo (sistema antinfiammatorio colinergico).
La regolazione della risposta infiammatoria è necessaria per rimanere in salute e mantenere l’omeostasi (equilibrio delle funzioni organiche).

L’infiammazione cronica sistemica invece rappresenta il principale fattore correlato alle principali malattie croniche, all’invecchiamento precoce, e a tutte le cause di morte.

Dalla Performance all’infiammazione cronica… e ritorno!
L’infiammazione cronica
a differenza dell’infiammazione acuta, si instaura quando l’organismo non riesce a eliminare un problema, organico o psichico, finendo con il causare un ulteriore danno all’organismo. Può essere causata da:
– mancata risoluzione dei processi infiammatori acuti.
– aumento di citochine infiammatorie dovute a fattori fisiologici e/o patologici come invecchiamento, cambiamenti dello stile di vita, epigenetica, stress cronico, nutrizione, cambiamento della composizione corporea e del sistema nervoso.

Perché esplorare? Un suggerimento per te.
Prima di parlare di disturbi fisici, di invecchiamento e di malattie è necessario capire come esistano altri fattori capaci di interferire in modo sostanziale al mantenimento della salute, spesso sottovalutati o ignorati.
Non è ovvia la comprensione dei tre elementi citati nel titolo: Salute, Vita Emotiva e Relazione con gli altri e con l’ambiente. Ma è certo che la salute non può prescindere dagli altri due, e viceversa: è l’unità il segreto dell’uomo!
J.W. Goethe in Epirrhema scriveva: “Nulla è dentro, nulla è fuori, poiché tutto ciò che è dentro, è fuori”

Per il momento potrei consigliare di non limitarti a navigare il quotidiano imposto dagli eventi, a cercare di distrarti (ti sembra) per evitare gli ostacoli e le paure o più semplicemente per mantenere alto il tuo “io”.
Cosa diversa è ricercare la gioia e la serenità, possibile solo nell’integrazione di corpo, mente e relazione positiva.
Ti esorto a esplorare l’ambiente e te stesso, non solo a gestire il quotidiano.
Ad esplorare la Vita vista da lontano, o se preferisci, vista nella sua interezza e complessità, per esserne padrone e responsabile.

Al contrario, alcuni nostri inconsapevoli comportamenti, l’immersione in un ambiente sociale destabilizzante, o anche solo il nostro attaccamento ad abitudini e consuetudini, rischia di compromettere la nostra salute, fisica e psico-emozionale: a perdere di vista il vero senso della vita.

Qui, ora, andremo a valutare, invece, la necessità di conoscere le basi fondamentali della Salute (come unità Fisica-Neuropsichica), separata solo per semplificazione dalla conoscenza di sé e dell’ambiente.

Nel concreto, pensa semplicemente che un’alimentazione ricca di zuccheri semplici, grassi saturi, alimenti processati industrialmente (alimentazione pro-infiammatoria), una disregolazione dei bioritmi circadiani (ritmi sonno-veglia, pasti e altre attività in orari predisposti dai nostri geni: Chryptochrome, Period, Clock, Bmal1 ecc.), o anche un’attività fisica non adeguata al nostro “stato”, non solo mantengono attivato un processo infiammatorio nascosto, ma possono addirittura incrementarlo avvicinando pericolose malattie croniche.
Penserete: non sono io! Ma se vi guardate attorno in modo consapevole la situazione è diversa. Solo poche persone hanno una vera consapevolezza del proprio comportamento.
Non è affatto sufficiente distrarsi e pensare ad altro!

In figura un es. di come ormoni e fattori fisiologici abbiano un loro ritmo stabilito geneticamente, la cui alterazione è pericolosa per la salute

Infiammazione sistemica cronica di basso grado (Chronic Inflammatory Disease):
La prima conseguenza legata ai fattori descritti (ed altri), è l’infiammazione cronica di basso grado caratterizzata da aumentate concentrazioni di citochine infiammatorie nella circolazione ematica sistemica o dall’invio di messaggi per via neurologica ai centri di controllo cerebrale il cui lavoro è di regolare il funzionamento dei nostri organi e dello stesso nostro cervello, nei compiti cognitivi, comportamentali ed emozionali.

Una somma di piccoli fattori destabilizzanti tra cui quelli visti sopra, detti stress cronici, causa un aumento della massa grassa corporea e/o del grasso infiltrato nei muscoli (e altri organi), obesità, sindrome metabolica con insulino-resistenza (frequentemente misconosciuta), e poi diabete, aumento della pressione arteriosa, aumento della permeabilità capillare ➝ disfunzioni endoteliali ➝ aterosclerosi…  alterazioni delle funzioni cardio-vascolari e neuro-vascolari, fino ad arrivare ad altre vitali conseguenze. Altri segni aspecifici non sono evidenziabili con gli esami ematologici o di routine.

Cosa fare per recuperare o prevenire?
Allo stesso tempo si è dimostrato che esistano efficaci metodi di recupero.
L’uso di alcuni specifici strumenti non invasivi, come la BIA-ACC e il PPG-stress-flow, ci può aiutare ad identificare quali processi mantengono o provocano i processi infiammatori.
I processi infiammatori cronici non si evidenziano con uno specifico sintomo, ma con diverse manifestazioni, alcune delle quali possono essere: stanchezza persistente, disturbi dell’umore, insonnia, disturbi gastro-intestinali, perdita di memoria e concentrazione, dolore cronico aspecifico o dolori articolari – muscolari migranti.

Quali strategie adottare?
Le possibilità di recupero, e di miglioramento della qualità di vita, sono possibili attraverso un cambiamento del proprio stile di vita, tra cui la nutrizione, l’attività fisica, l’idratazione e la supplementazione.

Un’alimentazione a PRAL negativo (carico acido renale potenziale) che segua i ritmi circadiani, è definita in letteratura scientifica come “anti-infiammatoria”: precise indicazioni di ritmicità dei carichi glicemici ed insulinemici, rappresentano un importante strumento di recupero.

Altrettanto, una specifica attività fisica come l’esercizio HIIT (High Intensity Interval Training) o gli esercizi per l’aumento della massa muscolare, migliorano significativamente i deficit del sistema vagale anti-infiammatorio, la capacità di consumo d’ossigeno, la produzione di miochine (citochine anti-infiammatorie) e aumentano la disponibilità energetica (glicogeno di riserva) da parte del muscolo.

Particolare importanza riveste l’individuazione di esercizi progressivi e adattati per ogni persona 1) BioFeedback Respiratori – capaci di ripristinare determinate funzionalità neurologiche compromesse a vostra insaputa (SNA-SNC) e di regolare la funzionalità metabolico-endocrina, 2) Esercizi Comportamentali 3) Test di funzionalità Basale a distanza con device elettronici da attuare nei momenti più indicati alla diagnosi, ad es. alla sera o al mattino prima di colazione, o prima / dopo un’attività fisica, ecc.

Per finire, unitamente agli esercizi di BF Respiratorio, anche tecniche tradizionali come la Meditazione Vipassana (empathy meditation, piuttosto che altre forme meditative), si sono dimostrate efficaci attraverso studi scientifici recentissimi di grandi dimensioni (V. Engert), nel ridurre lo stress cronico e i parametri fisiologici correlati, come i marker infiammatori (cortisolo, IL-6, PCR), l’aumento di BDNF (fattore neurotrofico per la rigenerazione neurale) e l’aumento di volume di aree cerebrali come l’ippocampo, per aumentare l’attenzione, migliorare l’emotività e la resilienza in rapporto alle avversità. In definitiva per recuperare la salute nella sua completezza psico-fisica.

Impara a percepire lo stress!
Chi è sottoposto ad uno stress cronico, ma non lo percepisce, anche se si sente bene ed è iperattivo (in realtà questo è già un segnale di avvertimento), potrà andare comunque incontro a conseguenze negative sulla salute, fino a imprevedibili (?) malattie croniche o acute gravi.

La possibilità di valutare strumentalmente, le proprie condizioni con la Bioimpedenziometria multifunzione (metabolismo e composizione corporea), la Pletismografia digitale (correlazioni tra HRV-variabilità della frequenza cardiaca, e il SNAutonomo-SNCentrale), ed altri parametri ematologici e strumentali più classici, ci potrà mettere in condizione di prevenire le malattie (Medicina Predittiva) in modo del tutto personalizzato, a differenza di una prevenzione su scala di popolazione.

La capacità di auto-percepire lo stress va insegnata e praticata autonomamente, anche mediante il confronto tra il proprio stato fisico-emozionale (percepito) e l’utilizzo dei device elettronici che ci indicano lo stato fisiologico o meno (valutazione strumentale).

Forse ti sembra troppo difficile… troppi elementi da tener controllati, e tu hai molte cose da fare!
Non preoccuparti, sono anni che studiamo come rendere più facile e salutare il controllo del tuo stile di vita. Inizieremo con delle priorità in base all’area più impattante dei tuoi disturbi, prima che diventino malattie croniche veramente pericolose.

Una sola cosa è veramente importante:
che la tua decisione sia risoluta, pronto a lasciare consuetudini e abitudini non adeguate al tuo stato psico-fisico.
Apri e libera la tua mente dai pregiudizi, ascolta con libertà e decidi cosa fare.
Non pretendere di poter fare tutto da solo, non pretendere di cambiare la vita in un soffio.
Prendilo come un gioco in cui si vince anche provando e riprovando, e il cui scopo è il raggiungimento del tuo maggior livello di equilibrio psico-fisico, il controllo della tua vita, la felicità anche di fronte alle difficoltà quotidiane, alle sconfitte, alle arroganze altrui.
Meglio quindi la semplicità, l’amore per le piccole cose e la condivisione della tua vita con chi si troverà in sintonia.
Per quanto riguarda la parte medica, diagnostica e terapeutica, possiamo iniziare da domani!

Vuoi iniziare il tuo percorso?
Scrivimi su rehab.mth@gmail.com oppure Chiamami o manda un Messaggio WhatsApp al 344 0411494

Buona Vita
Paolo

Dott. Paolo Bortolotto – Medico Specialista Fisiatra

Strategie di Salute e Invecchiamento Sano
Nutrizione Clinica e Neuro-modulazione
Performance psico-fisica
Malattie da stress e Infiammazione Sistemica

Sintesi bibliografica

  1. Calder PC, Bosco N, Bourdet-Sicard R, Capuron L, Delzenne N, Doré J, Franceschi C, Lehtiner MJ, Recker T, Salvioli S, Visioli F, Health relevance of the modofication of low grade inflammation in ageing (inflammageing) and the role of nutrition. Ageing Res rev. Nov;40:95-119. 2017
  2. J.Z. Illich et al., Chronic stress contributes to osteosarcopenic adiposity via inflammation and immune modulation: the case for more precise nutritional investigation, Review > Nutrients, 02.04.2020
  3. A Bordoni, et al. Dairy products and inflammation: A review of the clinical evidence. Critical reviews in food science and nutrition. vol. 57, n.12, 2497 – 2525. 2017
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  19. H.Zhao et all. Inflammation and tumor progression: signaling pathways and target intervention, Nature, 12.07.2021
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Storia di una cellula che si credeva al centro dell’Universo

per un’avventura condivisa tra micro e macrocosmo
(tempo di lettura circa 16′)

In quel tempo una cellula (che faceva parte di un organo, che faceva parte di un uomo), viveva concentrata nella sua attività quotidiana di mantenimento della propria salute e se possibile di incremento delle proprie riserve. Assorbiva il cibo attraverso il liquido in cui era immersa, lo trasformava, ne ricavava energia, la accumulava per i periodi di carenza… si faceva largo nel suo ambiente.
Aveva meticolosa cura del proprio corpo e di ciò che poteva servirgli. Il suo mondo era questo. Non aveva tempo per guardare oltre, nemmeno per capire se era felice.
Le sue uniche rare relazioni erano con le cellule a lei strettamente vicine: l’intenzione? Convincerle che il miglior stile di vita era proprio il suo.

La propria auto-sufficienza (?) la rendeva forte, anche se talvolta affiorava un’inquietudine di fondo, un vago senso di angoscia, forse dovuto all’incapacità di convincerle tutte. O forse era un senso di solitudine, una sorta di insoddisfazione sottotraccia, che nascondeva anche a sé stessa.
Ben presto, tuttavia, riusciva sempre a recuperare la sua sicurezza (?) ritenendo, sinceramente, che la sua condotta potesse essere d’esempio per tutti.
Allo stesso modo, aiutare altre cellule a risolvere un problema, cosa per la quale si sentiva generosa e altruista, non si limitava affatto a prospettare altre vie di soluzione, ma si traduceva nell’imporre la sua unica visione.
Nel suo egoistico isolamento quasi non conosceva l’organo di cui faceva parte, e ancor meno gli organi vicini. Non aveva idea dell’esistenza dell’uomo entro cui si trovavano molti altri organi. Non conosceva la società degli uomini, non conosceva la terra né i pianeti. Tanto meno cosa fosse l’Universo.
Lei era il “centro” e si dava da fare affinché tutti seguissero il suo pensiero!
Molte altre cellule vicine a lei pensavano la stessa cosa e si comportavano allo stesso modo: dimenticavano o ignoravano le cellule loro vicine, se non per un interesse utilitaristico. Per molte di loro la maggior soddisfazione derivava dal sentirsi la più forte, di avere più valore, di poter lasciare alla fine della propria vita un “segno” delle proprie capacità e dei propri meriti.

La vita della cellula di questa storia, in realtà, dipendeva molto dalle altre cellule, e ciò valeva, viceversa, per le altre. Infatti se solo una delle cellule vicine si fosse ammalata, le sostanze tossiche (fattori di necrosi) da lei prodotte avrebbero finito per intossicare lei stessa, e ci sarebbe stata una concreta possibilità di espansione del danno a tutto l’organo, ed anche oltre. La nostra cellula non sapeva che la sua salute e il suo benessere poteva essere tale solo se anche le altre cellule fossero state in salute.
Questo però era l’ultimo dei suoi pensieri. Lei cercava invece di immagazzinare quanta più energia possibile, a scapito delle sue vicine, cosicché la sua sorte, e la sorte delle sue vicine, avrebbe potuto precipitare rapidamente!

Certo, la prima azione utile per salvaguardare la sua vita era… curare sé stessa facendo il necessario per rimanere in salute senza trascurarsi. Ma la cura di sé, affrontata con perseveranza estrema, egoistica e incurante degli altri, e dei loro pensieri, non sarebbe stata sufficiente.
Chiusa in sé stessa, non aveva fiducia negli altri, non accettava “doni” gratuiti e diffidava di chi si mostrava amorevole nei suoi confronti. Preferiva far da sola e assolvere alle proprie necessità fin dove fosse stato possibile… Nemmeno gradiva troppo impegnare il suo tempo per incontrare e ascoltare gli altri, per dialogare o mangiare con loro, a meno che non ci fosse un’utilità, immediata o futura. Cellule estranee e in difficoltà erano considerate “portatrici di guai”, se non antagoniste o nemiche.
Sicuramente, infine, anche se avesse seguito tutte le “leggi” biologiche e sociali, di correttezza e di “non danno” nei confronti di altre cellule, dimostrando a tutti di essere diligente e scrupolosa, non sarebbe stato abbastanza. Sarebbe mancato ancora un elemento fondamentale…
L’Amore.
L’amore per le altre cellule che facevano parte, effettiva, della sua vita. Così, anche se un’altra cellula le avesse arrecato dei danni, l’avesse offesa o avesse addirittura attentato alla sua vita, la cosa migliore sarebbe stata “perdonarle” l’errore e volerle ancora bene, perché era proprio parte inscindibile della sua vita, parte di sè. Far del male ad un’altra significava far del male a sé stessa, non solo in senso salutistico. Amarla voleva dire amare anche sé stessa ed espandere l’amore.
Era un destino comune.
Una cellula, infatti, è si una parte isolata, singola, autonoma, ma allo stesso tempo indissolubilmente legata alle cellule vicine, all’organo cui fa parte… all’Universo!
E’ Unica, ma allo stesso tempo è Tutto.
Se non condivide le proprie energie, il cibo, la propria gioia, farà male a sé stessa oltre che alle altre.
Quella cellula non è che un punto all’interno di quell’uomo (una delle circa 37 trilioni di cellule), che a sua volta è un punto nell’universo.
Eppure sia la cellula che l’uomo si sentono di frequente, il centro dell’Universo!
Perché succede questo così spesso? Qual è l’errore fondamentale che ci fa perdere di vista la connessione esistente tra noi e agli altri?

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Di questa storia mi rimarranno in mente (forse solo nell’anima), pochi concetti fondamentali, o per meglio dire, solo alcuni essenziali “orientamenti” indistinti… ma permanenti:

  • Il pensiero, come la riflessione e il ragionamento, possono non essere così affidabili…
  • Seguire con cieca determinazione un obiettivo… di vita o un obiettivo secondario, così come ci è ispirato dalla nostra mente, potrebbe essere quindi pericoloso. Penso invece, valga la pena fare proprio il contrario: non di sicurezze dovremmo nutrirci.
    Ricordo queste parole: “finchè si è inquieti, si può stare tranquilli” (Julien Green). La strada giusta si può conquistare solo attraverso un Cammino che non ha fine. E’ il continuo ricercare, tra mille dubbi, alcune certezze, e poi ancora perplessità, ed anche sconforto, che ci fanno crescere. Penso che solo in questo modo ci si avvicini alla Verità.
  • Non è sufficiente, quindi, seguire con abnegazione e la più buona intenzione, le indicazioni di una dottrina, religione, le leggi dell’uomo o semplicemente i nostri migliori convincimenti, giusti che siano. Esiste un di più che è fondamentale: non sono certo il sacrificio o la rinuncia gratuita, poiché il dolore e la sofferenza già verranno in qualche modo da soli, senza auto-infliggerceli! E’ qualcosa che supera ogni altro nostro modo di agire: è l’Amore. L’amore che porta la Gioia. Se manca l’Amore, per noi stessi, per gli altri e per la Vita, sarà tutto inutile (l’amore per gli altri probabilmente non esiste senza l’amore per noi stessi, come pre-requisito).
  • Le regole e i precetti, propri o altrui, per quanto possano farci sembrare dalla parte del giusto, mancheranno di questo fondamentale elemento.
    Ed è gioia e benessere da sperimentare subito, non solo in un’altra vita. Chiunque seguirà questa strada, tutt’altro che facile, potrà sperimentare tutto questo anche dopo la morte? Io lo penso. Non sappiamo in che forma, come, perché. Intanto cogliamone la Bellezza.

La mia mente, che ora pensa e scrive, non è in grado di vedere o di conoscere ciò che sta oltre i miei più vicini confini.
Penso quindi che ogni uomo debba aver cura di sé. Debba amare sé stesso, perché ha un senso nell’Universo. Allo stesso tempo deve aver cura e amare gli altri uomini, come sé stesso.
Qualunque sia il proprio “credo”, la propria religione o assenza di religione, dovrebbe inoltre andare al di là della semplice cura propria e degli altri, del proprio ambiente (la Natura), concetti pur importanti, ma dovrebbe sperimentare invece la Gioia per far parte della Vita, per condividerla, per renderla universale.
L’Uomo, la Natura, l’Arte, la Musica, l’Estetica, la Poesia, la Conoscenza (la cultura), e la compartecipazione con gli altri uomini di tutto ciò, ci unisce veramente. Ci rende universali, ci rende desiderosi di rimanere sempre in cammino, di scoprire nuovi mondi e il nostro destino.
Essere soli, o in contrasto con gli altri, in lotta per possedere, ci allontana dalla Felicità.
Non esiste, dunque, solo il nostro corpo, né solo i pensieri (la mente), le paure, le esperienze positive o negative, nostre o altrui.
La scienza e la medicina ci dice che pensieri, emozioni, sentimenti, in definitiva sono influenzati semplicemente dall’attività elettrica e metabolica del cervello e degli organi. La chimica del nostro corpo e l’attività elettrica del nostro cervello sono ciò che influenza i nostri pensieri (attraverso le esperienze esterne!), e dei quali non siamo del tutto padroni.
Ma allora, siamo delle macchine, perfette o imperfette? O c’è qualche altro elemento che ci sfugge?
Non esistono leggi fisiche che spieghino come queste funzioni chimiche ed elettriche si trasformino in Coscienza. Cos’è lo stato di coscienza o di autoconsapevolezza?
E’ lo Spirito? E’ Energia? E’ l’Anima?
La spiritualità non è spiegata dalla scienza, né dall’intelligenza, dalla filosofia o dalla teologia.
Lo spirito forse (lascio ad ognuno libertà di credenza o percezione) esiste in quanto tale, senza forma. Non è cosa che si tocca, né segue un obiettivo concreto, non può modificare qualcosa.
E’ coscienza di sé, essere unico, ma in intima connessione con l’Universo.
E’ quella piccola parte di purezza che è rimasta in un angolo dentro di noi, prima che la nostra vita “nel mondo” cancellasse via via la nostra fiducia e innocenza, lasciando posto all’egoismo e ai pensieri più oscuri.

Se il tuo convincimento o se la religione si riduce a legge, regole morali o divieti, se si chiude in sé stessa e “offre” l’Amore condizionatamente (se fai questo…ti puoi salvare), se divide (buoni e cattivi) anziché unire, se si preoccupa di fare proseliti o di quanti la seguano o meno (social rating?)… ha in realtà smarrito la vera funzione che ogni religione dovrebbe avere: l’Amore.
L’Amore non si compra né si vende, non si possiede, non è condizionato a qualcosa.
L’amore mi è regalato, non ho dovuto guadagnarmelo. Certo devo accettare di essere amato, ed è questo spesso il vero problema, la difficoltà: pensare di essere autosufficiente!

L’Amore non è una cosa astratta, un sentimento sdolcinato, ma un insieme di corpo (azione) e spirito (soffio).
Questo è l’Amore che da gioia perché non ha bisogno di un ritorno. E’ eterno, è Vita vera.

Amare non è tuttavia un passo unico, un salto. Più corretto sarebbe dire, cerco di amare, perché è un passaggio, un movimento più o meno lento, il percorso di una vita.
Esperienze, letture e approfondimenti mi portano a questi convincimenti, affidando a voi questa mia gratuita suggestione, liberi di valutare e vivere nel modo che più crederete giusto.
Vi lascio solo ciò che io stesso cerco di mettere in atto, al netto di insuccessi e incongruenze di comportamento.
Ciò su cui io credo è la ricerca di uno stato d’animo e di un atteggiamento che, se da un lato è di imperfezione, dall’altro sarà di movimento, di trasferimento.
Cercherò di lasciar scorrere la vita. Di non oppormi ad ogni contrasto posto dagli altri. Di non giudicare (perché non conosco chi giudico e non conosco nemmeno me stesso). Cercherò di perdonare, non solo a parole.
Di Amare.
Se lo facessimo tutti, saremmo tutti insieme, uniti nella pace e nella gioia.
Per sempre.
Ma basterebbero anche dieci persone, o anche una sola.
Perché l’Amore è contagioso ed è più forte di qualsiasi altra cosa.

Riconosciamo e gioiamo di quest’amore, ma poi ripartiamo per la vita quotidiana, dove si concreta la Verità, in un equilibrio tra Corpo e Spirito,
… perché ciò che succede, dentro e fuori di noi, io credo, avrà sviluppo e conseguenza nell’Universo.

Buona vita.
Paolo

Post scriptum:
Hei, un attimo! Ma cosa c’entra questo racconto con la medicina?
Beh si, a prima vista sembrerebbe un argomento molto lontano da questa, tuttavia vi assicuro che molto spesso, persone con malattie croniche, che derivano da stress persistenti, che lo si voglia ammettere o meno, sono vissute a lungo in uno stato di inconsapevole disequilibrio, di sofferenza, se non ansia (come la cellula descritta), completamente assorbiti nella vita e nei problemi quotidiani, senza ascoltare sé stessi… dolore “curato” (?) con analgesici, ansiolitici o antidepressivi, dando la colpa agli altri, alla società, alla sfortuna… anziché a sè stessi. Sarà poi vero?? 🙄
Gli studi sulle funzioni della corteccia prefrontale (cervello) e della regolazione neurologica top-down degli organi periferici (con conseguenti malattie organiche) stanno facendo passi giganti… se si vogliono ascoltare! 😉

Corpo – Mente – Spirito

Io sono. Ma chi sono?
Nella nostra cultura occidentale esiste una separazione tra corpo e mente, nonostante sia da molti, molti anni dimostrato, da studi validati dalla comunità scientifica internazionale, come un determinato stato di coscienza (inteso come stato emozionale e di pensiero) possa variare dati clinici fondamentali nel nostro corpo.
Questo modo “strabico” di pensare è presente nella maggior parte delle persone, ma talvolta, tale connessione è dimenticata o sottovalutata anche dal medico.

Ad esempio lo stress psicologico e sociale persistente, ma anche uno stress fisico (sedentarietà, e varie alterazioni dello stile di vita) possono modificare la glicemia, la produzione di ormoni come l’epinefrina e il cortisolo, prolattina e ormoni tiroidei, causare aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa (con tensione muscolare, dolore al collo, cefalea), favorire l’obesità, l’osteoporosi, alterare la coagulazione del sangue, modificare la secrezione gastrica e la peristalsi intestinale (gastrite e colite, stipsi o diarrea). O ancora modificare l’attività dei globuli bianchi del sangue, alterare l’attività immunitaria e incrementare l’infiammazione sistemica.
Le conseguenze a medio-lungo termine sono l’invecchiamento precoce e la disabilità da malattie organiche croniche degenerative cardio-vascolari, neurologiche, tumorali, auto-immunitarie.

Le interazioni possono essere bi-direzionali: mente-corpo, ma anche corpo-mente. Una malattia organica, qualunque sia l’origine, potrà facilmente interferire sull’umore, emozioni e pensieri, determinando ad esempio ansia e depressione.

Dunque, riguardo al corpo e alla mente, nonostante alcune difficoltà di valutazione, sembra che nessuno abbia dubbi, ormai: entrambi esistono, concretamente, non serviva dirlo.
Il Corpo è certamente cosa concreta, ha una struttura fisica, si può toccare, pesare, modificare. Può agire, spostarsi, occupare spazio… ne siamo certi. Le sue funzioni sono perlopiù conosciute.

Per la Mente, tuttavia, c’è già qualche problema in più (!).
La mente si avvale di una struttura, il corpo stesso, cioè di cellule (neuroni) e connessioni tra cellule. A queste strutture giungono informazioni e dati, provenienti dalla percezione dell’ambiente (dai sensi, come vista, udito, tatto ecc.), dalla chimica del corpo e da più complesse interazioni, ormonali, metaboliche ecc., nonché dalla memoria delle esperienze precedenti e dalle relazioni sociali, generando pensieri ed emozioni. La mente, quindi, subisce influenze importanti anche involontarie dagli altri, dai ricordi e dall’ambiente esterno.

Sul funzionamento della mente c’è ancora molto da chiarire: essenzialmente i neuroscienziati, ad oggi, riescono solo a correlare gli stati coscienti (la coscienza di ciò che si prova quando si ha una data esperienza) all’attività elettrica e metabolica del cervello. Non esistono ancora, tuttavia, leggi della fisica che spieghino il vero funzionamento della nostra mente, cioè come un’attività elettrica neuronale si trasformi in stato di coscienza.
Pensieri ed emozioni, la mente, non sono quindi “materia” concreta, non si toccano con mano, ma come il corpo sono fatte per agire sul mondo: interagire con gli altri e influenzare, raggiungere degli obiettivi, esprimere un impegno e mettere in atto decisioni. Possono modificare l’ambiente e modificare sé stesse.
Sono “azioni mentali” che possono realizzarsi attraverso il corpo.
Riassumendo:
la mente percepisce la propria relazione con il mondo, valuta e mette in atto una risposta adattativa. La sua azione-risposta è il più delle volte influenzata dalle precedenti esperienze che quasi modellano il suo comportamento.
Da queste interazioni nascono sentimenti come la tristezza, la paura, la rabbia, l’invidia o la curiosità, la compassione, la felicità…

Ma c’è un sé più profondo, una propria individualità, al di là delle stratificazioni–influenze derivate dal rapporto con gli altri, con la società e con gli eventi?
Dello Spirito la scienza non si occupa, o quasi (teorie quantistiche).
E se la scienza, studiando la mente nel suo passaggio fondamentale, la coscienza, non è in grado di dare alcuna spiegazione fisica (ma pensieri ed emozioni ci sono evidenti e concreti), ugualmente non ha risposte sull’esistenza dello spirito, e sembra non affannarsi nel ricercarle.
Se crediamo nella mente, ed è un fatto evidente, potremo credere anche allo spirito e alla spiritualità!

Cos’è lo spirito? È energia? Coscienza vera? Anima?
Qui lasciamo le certezze ed entriamo nella possibilità, nell’ammissibile, nell’intuizione, nella fiducia, nell’apertura all’ulteriorità (a qualcosa di più che giustifica il senso della vita). Qui posso raccontarvi la “mia sintesi”, che deriva dalle mie esperienze e soprattutto dalle valutazioni-esperienze di altri (in particolari da persone spirituali appartenenti a più culture). Io poi ho cercato di integrare il rapporto tra spirito e mente-corpo, secondo una visione scientifica moderna, perché raramente se ne parla. È consuetudine, infatti, che chi ricerca e studia la spiritualità, non si occupi di medicina, e viceversa.
E così si scopre che la spiritualità non è “spiegata” né dalla scienza, né dall’intelligenza, né dalla filosofia, e nemmeno dalla teologia: nessuna di queste può dimostrarla.

A differenza dei pensieri, delle emozioni e della personalità, lo spirito non ha nemmeno una struttura concreta che faccia da intermediario col corpo: non si tocca, non si vede e spesso non si percepisce.
A differenza del corpo e della mente, inoltre, non può perseguire un obiettivo concreto, non può riflettere né voler modificare qualcosa. È semplicemente (!) la nostra essenza.
Lo spirito è un’entità che va oltre la mente, oltre a pensieri ed emozioni, più in profondità, se così possiamo dire.

È coscienza pura, coscienza di sé, indipendente e unico, e allo stesso tempo in intima connessione con l’universo.
È un’entità che produce e ispira armonia, positività, amore assoluto ma talvolta (non si può negare) può essere anche negativa e distruttrice. Sicuramente vi sarà capitato di vedere persone che sono oggetto di cattiverie o umiliazioni, anche se, il soggetto che le esprime, non ne possa trarre beneficio o guadagno. Pura e gratuita cattiveria.
Forse è capitato anche a noi?
Lo spirito è essenzialmente percezione (non dei sensi), ma del sé profondo. Un sé espanso che si dilata nell’universo e di cui è parte insieme a tutti gli altri, pur mantenendo la propria individualità.

Secondo una visione della meccanica quantistica è possibile l’esistenza di 2 situazioni diverse e simultanee di materia (particelle subatomiche) in parti diverse dello spazio: dualità particella-energia.
La Fisica Quantistica è la scienza che sta alla base del comportamento di atomi, elettroni, particelle subatomiche e luce, dando tra l’altro una spiegazione del funzionamento del DNA. La scelta delle opzioni di stato è casuale ed è l’osservatore a determinare il comportamento dei “quanti” (subparticelle)… sarà il libero arbitrio?

È coscienza libera e connessione, abbiamo detto. È forza che si può trasferire dallo spirito alla propria mente, ma che è anche contagiosa…Se la mente è il luogo dei pensieri (talvolta dei troppi pensieri, dei pensieri anche indesiderati, dei pensieri influenzati…), lo spirito è il VUOTO (assenza di pensieri), senza forma, caos (energia libera), capace di essere il più alto, positivamente, o il più basso, negativamente. Quindi indeterminazione, capace di evolversi in modo diverso, in completa libertà.

C’è la possibilità di una gestione responsabile verso l’armonia e l’amore?

Attraverso la spiritualità (più che con il pensiero e il ragionamento) abbiamo la possibilità di scelta. La spiritualità in questo senso potrebbe essere “aiutata” (spinta ad una propensione) da una sorta di sforzo gentile: un ascolto con il cuore delle persone e della natura, una condivisione del bene, una propensione alla connessione. Ciò potrebbe essere possibile, solo, se prima ci si è liberati da tutti i possibili condizionamenti negativi dello stare nel mondo, sperimentando il silenzio interno e l’accettazione di tutto ciò che esiste (bene e male). Dall’accettazione del male, nostro o altrui, che comporta il dolore di tale esperienza, si può “dissolvere” il male e avvicinarsi alla luce. Può essere amore vero, percepito dagli altri anche senza prova, che non si aspetta nulla dagli altri, che “toccherà il cuore” altrui senza altre necessità.

Sarà un guardare e ascoltare senza giudicare.
Questo nella vita quotidiana, ma un aiuto importante può venire dallo sviluppo delle proprie capacità interiori, dall’allenamento al silenzio e alla percezione di sé al di fuori dei pensieri, dalla meditazione, orientata verso il bene, verso l’amore e l’accoglienza.
Concludendo: Corpo-mente-spirito non sono separati ma convivono e interagiscono tra loro.

Mi piace pensare al rapporto corpo-mente-spirito coma alla relazione esistente tra i vari componenti di un’orchestra, i musicisti, visti come il corpo e i suoi organi, il direttore d’orchestra, come la mente che concretamente dà gli ordini e le regolazioni delle funzioni organiche e dei pensieri-emozioni, e il compositore, come lo spirito che dà il senso, l’orientamento e suggerisce il tono della composizione.

P.S. Dopo tutto ciò potrei concludere, clamorosamente, che non è il sapere, la conoscenza, le capacità dell’uomo, che definiscono il senso di pienezza e danno felicità e gioia (saremo sempre nella condizione di aspettare qualcos’altro, qualcosa di più… vivendo di attesa e di paura), ma la semplicità, la meraviglia, lo stupore per il vissuto presente, per la nostra presenza nel mondo e per la nostra vita. Gioia che deriva dall’amore per gli altri, per ciò che ci circonda, per noi stessi.

Le persone che hanno ispirato questi miei pensieri sono stati
Franz Jalics, Pablo d’Ors, Tommaso Bogliacino, Vito Mancuso, Federico Faggin… e non ultimo mio padre.
Utili i miei studi in medicina e comportamento, nel rapportare ed unire, in qualche modo, scienza e spiritualità.

Paolo Bortolotto

La tua età biologica è inferiore o superiore a quella anagrafica?

Prendo spunto da uno studio scientifico pubblicato alcuni giorni fa su “Nature Aging” di N. Sayed, D. Furman et al*: come si sa, l’età biologica, cioè la vera salute delle nostre cellule, degli organi e di tutte le nostre funzioni, può non corrispondere all’età anagrafica.
Quando la prima è più avanzata della seconda, ed è evenienza frequente, esiste un maggiore rischio di malattie cardio-vascolari e neuro-degenerative, ma anche di tumori e malattie da disregolazione immunitaria.
Un marker affidabile di valutazione dell’età biologica è l’infiammazione.

La notizia buona, è che è possibile ridurre l’infiammazione sistemica, causa di malattie croniche, e avere così una
ETA’ BIOLOGICA INFERIORE A QUELLA ANAGRAFICA,
anche se ci si trova già in fase di aging precoce e malsano!
Questo vale sia per chi ha 60 anni, come per chi ne ha solo 30.

La valutazione dell’età biologica è già da tempo possibile e gli studi scientifici in merito sono molti. Esistono tuttavia valutazioni diagnostiche che nella pratica sono poco ripetibili (non solo per il costo) e quindi con scarsa possibilità di valutare l’efficacia del trattamento nel suo corso: di fatto escludiamo la possibilità di correzioni e l’efficacia.
Una di queste è la valutazione di marcatori epigenetici (studio del DNA).

Nello studio pre-clinico cui faccio riferimento all’inizio, invece, si propone una valutazione con un biomarcatore proteico. Se la valutazione futura su larga scala fosse positiva potrebbe risultare una soluzione pratica e semplice. La terapia ipotizzata dagli autori tuttavia è farmacologica, con anti-infiammatori, non esente da complicanze a lungo termine. Per ultimo la terapia dovrà continuare per tutta la vita: i farmaci necessari riducono l’infiammazione, ma le cause che la provocano persistono!
Azzarderei dire che il beneficio potrebbe essere solo parziale.

Esistono già, tuttavia, valutazioni strumentali non invasive, scientificamente validate, e facilmente ripetibili, che individuano l’infiammazione sistemica e soprattutto svelano le cause primarie dell’infiammazione. Conoscendo queste, non sono necessari farmaci e non si incorre in danni iatrogeni.

L’infiammazione sistemica cronica, come ben si sa, da G. Chrousos a R.H. Straub in poi (vedi bibliografia in basso), è conseguente all’attivazione dello Stress System con coinvolgimento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenalico (cortisolo) e dell’asse adrenergico (citochine infiammatorie), dovuta a cause fisiche, metaboliche e psico-emotive, per la massima parte, o da cause genetiche-epigenetiche. Nb. Anche in quest’ultimo caso c’è la possibilità di regolare l’espressione genetica attraverso la modifica di una serie di “comportamenti” quotidiani che hanno la capacità di modulare l’espressione genica del DNA.

Quella che chiamiamo Medicina Comportamentale, consiste nella conoscenza e modulazione delle disfunzioni fisiologiche che hanno portato alla perdita dell’omeostasi. Il trattamento procede attraverso il ripristino dei fattori individuali alterati: alimentazione anti-infiammatoria, recupero dei ritmi giornalieri circadiani, aumento della massa muscolare fisiologicamente necessaria a mantenere bassa l’infiammazione, modulazione degli squilibri psico-emotivi da stress lavorativi o genetici (…) utilizzando, ad esempio, potenti esercizi respiratori di regolazione del SNA e SNC (sistema nervoso autonomo e centrale), attività fisica aerobica e altre tecniche specifiche anti-stress.

Tali terapie NATURALI sono adatte a tutti e perseguibili come un vero e proprio Stile di Vita.
Permettono il recupero dell’età biologica e concedono, non solo salute e prevenzione dalle malattie croniche, principali cause di morte, ma rapido benessere ed energia per affrontare la vita quotidiana, migliorare il proprio lavoro e dare pieno significato alla nostra vita.

Non mi resta che aggiungere, pensando in particolare alle persone più giovani,
buon sano invecchiamento!

 

Dott. Paolo Bortolotto MD Rehabilitation Specialist
Alta Formazione in Neuro-immuno-modulazione, Metabolismo, Nutrizione Clinica, Riabilitazione

Studio Medico Specialistico ManualTherapy
Padova, P.tta Pedrocchi 12  /  Solo per appuntamento al 344 0411494

 

Estratto di bibliografia

1. Chrousos, G.P. Nat. Rev. Endocrinol.5, 374-381 (2009) Stress and disorders of the stress system
2. Stress and inflammatory biomarkers and symptoms are associated with bioimpedance measures C. Tsigos, C.
Stefanaki, G.I. Lambrou, D. Boschiero, G.P. Chrousos Eur J Clin Invest. 2015 Feb;45(2):126-34
3. R.H. Straub et all. Energy regulation and neuroendocrine-immune control in chronic inflammatory diseases, Review, J.Intern.Med. 2010; 267: 543–560
4. R.H. Straub, The brain and immune system prompt energy shortage in chronic inflammation ageing, Nature Reviews, Rheumathology, vol. 13, pages 743-751, 2017
5. J.F. Thayer, M.Mather, J.Koening, Stress and Aging: a neurovisceral integration perspective, Psychophysiology 2021 Jul;58(7)
6. J.Z. Ilich, Nutritional and Behavioral Approaches to Body Composition and Low-Grade Chronic Inflammation Management for Older Adults in the Ordinary and Covid-19 Times, Nutrients 2020, 12(12), 3898
7. M. Tieland, I. Trouwbort B.C. Clark, Skeletal muscle performance and age, J. Cachexia Sarcopenia Muscle 2018 Feb; 9(1):3-19
* N.Sayed…D.Furman, Inflammation clock’ can reveal body’s biological age, Nature Aging 1,598-616, 2021 Jul 12

Fibromialgia

Una cura per eliminare le “fonti” del dolore

Aspetti generali

La fibromialgia (FM) è una malattia cronica stimata per frequenza, in Italia, tra il 2 e l’8%, ma sicuramente sottostimata … per scarsa conoscenza!
Gli stessi criteri di diagnosi e trattamento sono più volte cambiati negli anni in relazione ad una rapida evoluzione delle conoscenze, specie nel campo delle neuroscienze, mentre le linee guida europee (e non), si aggiornano a “larghi intervalli”…
Nell’esperienza quotidiana, infatti, la terapia varia decisamente a seconda dello specialista consultato (del tipo di specializzazione del medico, dell’aggiornamento o della capacità di sintesi di aspetti che spesso sono gestiti da più specialisti), generando duplicazioni di accertamenti diagnostici e peregrinazioni del paziente in cerca di diagnosi e cura efficace, che piuttosto raramente si raggiunge.
ln questo modo la terapia affronterà spesso solo alcuni degli aspetti, rimarrà cioè settoriale, riflettendo gli studi specialistici del medico in causa. E non andrà alla vera soluzione del problema.

Secondo quello che è l’approccio generale nel nostro studio medico, verrà fatta invece una valutazione multi-disciplinare, com’è nella nostra formazione, seguendo aggiornamenti scientifici e sviluppi “day by day”.

Sintomi principali e secondari

In FM i sintomi più caratteristici sono quelli muscolo-tendinei-fasciali.

Verrà considerato qui non solo l’aspetto muscolo-tendineo, proprio della classica riabilitazione ortopedica, ma altrettanto gli aspetti riguardanti le neuroscienze, endocrinologia, immunologia, metabolismo e nutrizione, tutti fattori che verosimilmente sono implicati e intrecciati tra loro nelle alterazioni della malattia.

Ciò che verosimilmente sta alla base di tutto è uno stato di stress cronico (disfunzione del Sistema Nervoso Autonomo) e/o di infiammazione sistemica cronica di basso grado che determina un’alterazione dei meccanismi di “processamento” del dolore (dall’asse HPA, all’attività simpatico-vagale e alterazioni di aree cerebrali come l’amigdala, ippocampo ecc.), con scompensi e danni su vari sistemi, dal sintomo fatica al sonno, disturbi dell’umore, sintomi gastro-intestinali, ecc.

La mappa delle aree di dolore muscolare o tender-points è quella qui sotto raffigurata.
Non necessariamente tutte le aree sono presenti contemporaneamente nello stesso paziente, spesso sono migranti, altre volte diffuse o multifocali.

Altri potenziali disturbi presenti nella FM interessano altri “apparati”.

 n.b. diversi tra i sintomi successivamente descritti, coincidono con quelli di altre sindromi, potremmo dire “imparentate”, come la CFS (Sindrome da fatica cronica), Me/CFS (encefalomielite mialgica) e la MCS (Sindrome da multisensitività chimica).

Tra i più frequenti sintomi non muscolari troviamo alcuni o numerosi tra questi disturbi:

Sintomi sistemici
Dolore sistemico / iperalgesia
Aumento di peso
Alterazioni della termoregolazione
Alterata sensitività chimica
Ipersensibilità ai farmaci

Sintomi “centrali”

Cefalea cronica, cefalea miotensiva, emicrania
Disturbi del sonno (insonnia, risvegli notturni, risveglio precoce, sonno non riposante)
Vertigini o instabilità posturale
Disturbi cognitivi
Disturbi della memoria
Brain fog (confusione mentale, ridotta concentrazione, disorientamento)
Fenomeni da sovraccarico sensoriale (ipersensibilità a luce, suoni, odori, sapori)
Ansia
Depressione

Sintomi muscolari (oltre ai più frequenti tender point)
Dolore miofasciale
Fatica cronica
Tensione, fascicolazioni o crampi muscolari

Sintomi articolari
Rigidità articolare mattutina
Disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare
Dolori articolari migranti
Dolori toracici

Occhi
Disturbi della visione, visione offuscata, diplopia ecc.

Orecchie
Acufeni, ronzii, sensazione di tappo, instabilità posturale

Pelle
Orticaria, dermatite atopica

Apparato digerente
Nausea
Sindrome del colon irritabile

Apparato urinario
Cistite interstiziale, disuria, pollachiuria, minzione imperiosa, incontinenza “parziale”

Sistema riproduttivo
Dismenorrea, irregolarità mestruale

Cosa possiamo fare per combattere questa malattia?

Dalle informazioni ufficiali più aggiornate disponibili (ad es. le ultime Linee Guida Eular 2016) ricaviamo che:
l’unica raccomandazione “forte” è a favore dell’attività fisica, anche se, si sottolinea, non esiste la possibilità di distinguere il tipo di attività più opportuna: di tipo aerobico o di rinforzo muscolare?
Se è vero che non esiste per la fibromialgia (sindrome che raggruppa numerose forme di disturbi), un’attività fisica specifica valida per tuttinon vuol dire che non si possa trovare la terapia efficace nel caso specifico!
Và valutata infatti la singola persona (non la malattia), la sua situazione fisiologica, patologica o borderline:
composizione corporea, VO2, potenza del sistema nervoso autonomo e prevalenza dell’attività del sistema simpatico piuttosto che del parasimpatico, l’influenza sullo stato infiammatorio, e così via.

E’ necessaria una valutazione e un trattamento specifico per ogni persona!

Sembra evidente. In realtà si fa spesso il contrario e si ricerca una via semplice – una scorciatoia poco faticosa (succede anche per altre patologie, ad es. la lombalgia cronica).
Spesso esistono i mezzi per risolvere i problemi: ci vuole però pazienza, costanza, e individualizzazione del trattamento.

Nel nostro studio medico, sulla base delle personali alterazioni e disturbi, verrà combinata una multi-terapia personalizzata che può comprendere:

1) Alimentazione anti-infiammatoria e supplementazione per correggere eventuali scompensi della composizione corporea e metabolico-funzionali

2) attività fisica specifica (secondo le proprie capacità, da livelli minimi ad una progressione graduale; potrà essere aerobica, di ipertrofia muscolare o mista, di tipo “touch”, ecc.)

3) regolazione degli stress cronici (psico-emotivi, ma non solo) con tecniche varie, ad es. il feedback respiratorio (secondo modalità personalizzate), meditazione, ecc.

4) regolazione dello stile di vita favorente o inducente tali stress (sonno, ritmi cicardiani, abitudini di vita…)

5) interventi di supporto psico-fisico locali e sistemici (ad es. neuro-agopuntura, auricoloterapia, micro-infiltrazioni locali, osteopatia, manipolazioni, ter. miofasciale, ecc.) necessari per ottenere la compliance del paziente e sostenerlo nel perseverare nel suo “cambiamento” attivo!

n.b. Solitamente non utilizziamo una terapia farmacologica (tranne eccezioni), approccio molto frequente invece nella pratica clinica corrente: le stesse LineeGuida Eular indicano i farmaci (antinfiammatori, antidepressivi, ansiolitici, ecc.) con raccomandazione “debole”, considerandoli prevalentemente sintomatici, con miglioramenti non risolutivi, gravati da effetti collaterali non trascurabili. E anch’io ne sono fermamente convinto.

MTH. Un viaggio risoluto verso la salute.

 

DOTT. PAOLO BORTOLOTTO,  Medico Fisiatra
Alta Formazione in Neuro-immuno-modulazione, Metabolismo, Nutrizione clinica, Riabilitazione

HealthyBalance

Calma e consapevolezza attraverso il rilassamento guidato

 

Parliamo di quel che dovrebbe essere un elemento importante della nostra vita, al di là di tutte le necessità e bisogni immediati.
Di quel qualcosa che fa la differenza tra semplicemente vivere, … in qualche modo vivere (sopravvivere),o essere invece consapevoli della propria vita.

Di ciò che è necessario per vivere la propria vita a fondo, indipendentemente dalle nostre possibilità o opportunità, ma comunque al meglio di queste.
Per vivere con soddisfazione e pienezza.
Possiamo sintetizzare il concetto con: Benessere psico-fisico.

Siamo abituati tuttavia a considerare il corpo e la mente come entità separate, e quindi parlando di benessere psico-fisico, solitamente intendiamo uno stato di armonia del corpo e della mente (come fossero appunto separate).

In realtà tale benessere si raggiungerà solo facendo un ulteriore passo: si tratta di tendere verso un’armonia tra corpo e mente.
Ed è solamente una differenza concettuale, perché il nostro corpo, la nostra fisiologia, funziona già con estrema integrazione, cioè come un “unicum”.
Il fatto però di non esserne coscienti e di comportarsi in modo dissonante, come fossero due entità differenti, è causa di danno ad entrambe.

Spesso anche la medicina, nonostante le sempre più numerose evidenze, fa fatica, nei fatti, ad accettare questa visione, per cui ogni specialista bada alle proprie conoscenze specialistiche e non ha il più delle volte una visione globale o multi-disciplinare della salute.

“Provare” in modo esperienziale questa fusione mente-corpo, ci avvicina ad un benessere vero, ma anche alla prevenzione o al recupero da malattia.

Inseriti in questa nostra società, in un contesto di automatismi, di schemi fissi, di sofferenza emotiva e di stress che tende a risucchiarci e a bloccarci, sicuramente non saremo indifferenti a questa prospettiva di miglioramento.
Non bisogna tuttavia avere fretta. È un modo di pensare che va lentamente interiorizzato, se ne siamo convinti. Se pensiamo ci possa essere davvero utile per sentirci meglio, per vivere pienamente.
È un modo di vivere che va, è il caso di dire, meditato, organizzato in tappe ravvicinate e realizzabili.

Raggiungere quest’armonia è un processo dinamico, in cui l’obiettivo è puntare all’omeostasi, ovvero all’equilibrio.

Pensiamo alle informazioni che continuamente riceviamo dall’esterno ma anche dall’interno di noi (perturbanti o stabilizzanti) che influenzano il nostro equilibrio psico-fisico.
Queste informazioni possono avere differenti livelli di “rilevanza”.
Possiamo considerare sia degli input fisici, che possono essere esterni o di contatto del nostro corpo con l’esterno (alimenti, farmaci, sostanze tossiche, inquinanti ecc.), che psichici, originati in vario modo entro di noi, in base a relazioni – influenze esterne, ma anche in relazione a funzioni organiche, perché il nostro stato fisiologico (composizione corporea e funzionalità organica) influenza profondamente la qualità dei processi psicologici.
– S. Porges PhD, Indiana University Bloomigton

Questi input possono poi essere, volontari e involontari.
Input involontari saranno ad esempio quelli filtrati dal nostro sistema nervoso autonomo, simpatico e parasimpatico, derivati in gran parte dalle nostre esperienze precedenti, ma anche derivati dalla nostra genetica o dall’epigenetica: ad es. traumi o esperienze negative perinatali, farmaci assunti in questo delicato periodo, l’alimentazione tenuta da nostra madre durante la gestazione, o nostra nei primi anni di vita, che hanno lasciato delle impronte di espressività genica, cioè di inibizione o di maggiore espressione di determinati geni.
Input volontari, possono derivare ad esempio dalla funzionalità del nostro intestino, cioè da ciò che mangiamo o non mangiamo, che influenza direttamente il nostro cervello.
Non perché il gusto di un cibo ci influenzi dal punto di vista psicologico (quest’effetto è relativo), ma perché le proprietà di un cibo possono influenzare il nostro umore e altre funzioni cerebrali, attraverso influenze sul microbiota, e da questo direttamente al cervello e alla funzionalità genica
– Prof. E. Mayer, University of California Los Angeles, Dir. del “Oppenheimer Center for Stress and Resilience”

Altre importanti influenze derivano dall’attività fisica o dalla “sincronizzazione” delle nostre azioni giornaliere con i cicli circadiani, al contatto con persone positive o negative…
– J. Hall , M. Rosbash, M.W. Young, premi Nobel per la medicina 2017

Il nostro stile di vita, il nostro comportamento complessivo, sarà fondamentale!

In questo senso ci può essere molto d’aiuto ricercare la consapevolezza delle proprie funzioni, organiche e psico-emotive, la consapevolezza di sé, concentrati sul presente, sul qui e ora, sulle sensazioni corporee, come Jon Kabat Zin ci ispira.
– Mindfuness-Based Stress Reduction,J.Kabat Zin, Biologo e Prof. Emerito di Medicina, fondatore della Stress Reduction Clinic e del Center for Mindfulness in Medicine – University of Massachusetts Medical School – USA

Concetti e visione globale da noi rivisti alla luce delle più moderne teorie neuro-scientifiche e della medicina multi-disciplinare
– S. Porges PhD, Indiana University Bloomigton 
– Prof. R.H.Straub –Università di Ratisbona D, studi sui rapporti sistema psico-neuro-endocrino
– Prof. G.P. Chrousos –University of Mariland, USA e Atene, interrelazione tra alimentazione, stress cronico e infiammazione

La consapevolezza che ci porta a promuovere questo equilibrio, ci orienta all’apertura, all’attenzione, alla comprensione… anche alla compassione, ad una trasformazione positiva o alla guarigione, se necessaria.

Lo scopo è arrivare ad uno stato di “regolazione” neurologico adattativo,
cioè di sana e soddisfacente alternanza tra:
– uno stato vigile, reattivo, energico, con prevalente attività del simpatico
– e uno stato di pieno recupero, di sintesi, protezione, socialità, con prevalente attività ventro-vagale.

Dobbiamo quindi darci il tempo per attuare il riposo:
sono da prendere in considerazione delle brevi e semplici pausenel corso della giornata, come anche di grande importanza la meditazione o mindfulness.
Da non dimenticare infine un adeguato sonno notturno: un sonno di qualità.

Questa sana alternanza, azione – riposo, è capace di portarci a uno stato di pieno benessere psico-fisico e di armonia, più in contatto con la realtà, più attenti, impegnati, in salute, in una parola, più felici!

Le vie di mezzo, cioè uno stato di parziale o insufficiente riposo, e uno stato di attività senza energia, senza forte motivazione, di attività… “faticosa”, sono deleteri per la nostra salute e benessere, e alla lunga portano alla malattia!

Una corretta co-regolazione degli stati emotivi e funzionali organici, come quelli ormonali, digestivi, cardiaci, respiratori, è strettamente connessa agli shift neurologici, cioè ai cambiamenti di stato del nostro sistema nervoso simpatico e ventro-vagale
– Prof. R.H.Straub –Univ. Ratisbona, D
– Prof. J.F. Thayer –Univ. Ohio, USA
– Prof. E.Ravussin –Univ. Luisiana, USA

Ci risulterà in questo modo più facile eliminare gli atteggiamenti autocritici, di deleterio rimuginio, di ripensamento del passato o di ansia per il futuro, per facilitare invece la chiarezza del pensiero, la fiducia in sé stessi, la consapevolezza distaccata dai giudizi, credenze e rigidità.

I vantaggi derivati da meditazione, mindfulness o semplicemente da pause giornaliere di rilassamento (guidato o appreso), è dimostrato possano regolarizzare l’equilibrio del sistema nervoso autonomo, dell’amigdala, ippocampo e di altri centri neurologici, riducendo tra l’altro i vari marcatori infiammatori.
L’eccesso di stress (lo stress cronico), causa infatti una dannosa infiammazione sistemica cronica di basso grado e nel tempo gravi alterazioni degenerative, autoimmunitarie, neurologiche, cardio-vascolari, metaboliche, oncologiche…

In sintesi, lavorando sulla mente (come in una sorta di allenamento), sull’alimentazione, sull’attività fisica e sul nostro complessivo stile di vita,
riduciamo l’infiammazione e preveniamo o moduliamo tutte le malattie degenerative.
E, da subito, miglioriamo il nostro benessere e performance.

Buona salute e buona vita.

 

Dott. Paolo Bortolotto
Medico Fisiatra
Alta Formazione in Neuro-immuno-modulazione, Metabolismo,
Nutrizione Clinica, Riabilitazione

Come lavorare o studiare ed essere felici.

Come lavorare o studiare
ed essere felici.

 

Si, è vero. Lavorare non è solo responsabilità verso sé stessi o gli altri.
Lavorare con piacere può essere molto di più!

Si considera qui, naturalmente, un lavoro imprenditoriale, ma è altrettanto interessante valutare anche il rapporto tra imprenditore e collaboratori o dipendenti, con riflessi positivi su entrambi.

Come è possibile rendere il lavoro gradevole?

1) Lavora in un’ottica di apertura: coltivare buone e piacevoli relazioni con i collaboratori, favorisce anche lo scambio di idee e la creatività.

2) Riduci lo stress nel lavoro: vale naturalmente anche per i propri collaboratori o dipendenti; piccole pause o semplici facilitazioni aumentano la performance di tutti e favoriscono il benessere generale.
Anche la gentilezza, sempre più dimenticata, è un elemento importante per mantenere distensione e benessere nell’ambiente lavorativo.

3) Coltiva la curiosità e le tue conoscenze: è un ottimo modo per aumentare le energie, stimolare ulteriore creatività e sentirsi bene.

4) Incrementa l’autonomia di ogni lavoratore: offrendo la possibilità di un’area di sviluppo personale con una corrispettiva responsabilità, migliori contemporaneamente produttività e soddisfazione personale.

5) Cerca un’integrazione positiva tra gli aspetti lavorativi e quelli più personali (della propria vita): se il lavoro è veramente piacevole e soddisfacente, non necessariamente và isolato dal resto della nostra vita. Farà piacere parlarne anche con gli altri o in famiglia, così come intrecciare relazioni “miste” lavoro – tempo libero: può essere molto interessante!

6) Ridefinisci, di tanto in tanto, i tuoi obiettivi e progetti professionali in base ai cambiamenti della tua vita e ai cambiamenti della società.

7) Concediti una piccola pausa giornaliera o talvolta anche di più: passeggiare da soli o in compagnia, ascoltare musica, leggere, guardare un buon film, stare nella natura … o semplicemente non fare nulla: è indispensabile per ricaricarsi, dare nuova energia al lavoro, trovare soluzioni nuove e creative che in altro modo sarebbero impossibili!

Il tempo? Sacrificare un’ora di lavoro (e di guadagno), ripaga in benessere, salute e in fondo … in produttività.


Ora introduciamo un concetto nuovo
(non un’ovvietà, né pura teoria, ma obiettivo reale):

preservare o migliorare attivamente la propria salute, al meglio delle possibilità, ha profondi riflessi sul nostro lavoro e ovviamente sul benessere generale e sulla felicità. Dunque vale anche il contrario.

Impegnati per migliorare salute e performance psico-fisica:
aumenterà l’efficienza del tuo lavoro e … la felicità

più concentrazione, agilità mentale, memoria, coordinazione,
pensiero creativo, consapevolezza, positività …

Non è una “terapia passiva”. La comprensione dei meccanismi messi in atto e il coinvolgimento attivo nella cura saranno lo stimolo ad una maggior motivazione.

Le tecniche utilizzate sono strettamente individuali, basate sulle personali condizioni fisiologiche o patologiche, seguendo le più aggiornate conoscenze medico-scientifiche.
(vedi chi siamo, curriculum dr. Bortolottocurriculum dr. Sarto )

In sintesi, si tratterà di ottimizzare o modificare il tuo “stile di vita”, considerato da questi studi un fondamentale fattore di prevenzione e trattamento di importanti patologie, dalle malattie cardio-vascolari, a quelle neuro-degenerative, metaboliche (diabete, obesità …), muscolo-articolari, tumorali, ecc.:
(vedi infiammazione sistemica cronica, alimentazione anti-infiammatoria)

i pilastri per ottenere salute e performance sono:

  • attività fisica personalizzata 
  • nutrizione ottimizzata o nutrizione clinica
  • riduzione degli stress cronici (psico-emotivi, fisici come sedentarietà, sonno …, metabolici come farmaci, inquinanti …)

La realizzazione si basa su vari tests valutativi, alcuni dei quali strumentali (non invasivi), e successive tecniche “auto-riabilitative” o, se necessario, riabilitative.

Salute e felicità si costruiscono con impegno… non si ottengono passivamente!

Un viaggio risoluto verso la salute.

Per attività clinica e informazioni:
Manual Therapy+ / Padova, p.tta Pedrocchi 12 / tel. 344.0411494

 

Lo stress influenza il tuo cervello !

Un eccesso di lavoro, problemi o litigi famigliari, orari sregolati, poco sonno e alimentazione scorretta, possono causare stress cronico.

A causa di ciò, col tempo, il tuo modo di essere e di reagire può modificarsi.
Tutto parte da un’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene: sono delle interazioni tra ghiandole endocrine di cervello e surrene che portano alla produzione dell’ormone cortisolo.

Ci saranno alterazioni delle connessioni neuronali a livello dell’amigdala, area cerebrale che controlla la paura, così come a livello dell’ippocampo, con deficit di memoria, apprendimento e controllo dello stress (anche di quello normale e positivo, utile ad esempio in situazioni in cui serve massima concentrazione e risposta fisica: competizione o discorso in pubblico).

Il risultato potrà essere una vera e propria “restrizione” del cervello (atrofia), riduzione delle sinapsi (i collegamenti tra neuroni) e della corteccia prefrontale sede di comportamenti come concentrazione, decisione, giudizio critico e interazione sociale.
Tutte queste alterazioni possono essere prodromiche a gravi malattie, cioè anticipare  depressione, Alzheimer e altro, o semplicemente all’inizio, manifestarsi con risveglio poco riposato, irritabilità, cattivo umore, sensazione di impotenza o isolamento.
Si può infine avere un’alterazione del DNA del cervello, o più precisamente nell’espressione dei geni – è detta alterazione epigenetica – con effetti trasmissibili alla progenie (alterazioni ereditarie!).

Tuttavia, anche se vi trovate già in queste condizioni,

La battaglia non è persa.

Non rimanete sotto la pressione dannosa di questa routine !!
Gli effetti perversi dello stress cronico sulla tua salute psico-fisica si possono correggere con un fermo impegno personale e la guida di una persona esperta.
Le basi per contrastare l’effetto del cortisolo sul cervello (ma ci sono effetti anche sulle capacità fisiche, sul metabolismo, sulla funzionalità cardio-vascolare e sulle degenerazioni tumorali) sono semplici ma efficaci:

  • esercizio fisico (mirato alle specifiche personali alterazioni che richiedono quindi attività fisiche diverse, da quelle aerobiche secondo modalità specifiche, a quelle muscolari, all’allenamento “reattivo” e flash-reflex, sport drills, ecc. )
  • meditazione (mindfulness) e training respiratorio (esercizi di feed-back respiratorio sulla base di tests strumentali)
  • alimentazione corretta e adattata ai propri deficit energetici e di composizione corporea, necessaria per la correzione degli squilibri metabolici indotti dallo stress cronico
  • esercizi per l’equilibrio posizionali progressivi, propriocettivi, oculo-vestibolari

La potenza della messa in pratica regolare di tutte le tecniche proposte è enorme, con un recupero delle alterazioni strutturali e funzionali del cervello. Ciò si accompagnerà ad un cambiamento del proprio stile di vita e allo sviluppo di un pensiero positivo.

I cambiamenti del proprio comportamento, in corso di recupero, non dovranno essere vissuti come costrizioni o vincoli, ma come piacevoli conquiste. Anzi presto vi accorgerete come, in realtà, fossero pesanti le precedenti abitudini.

Quindi

NON FARTI ABBATTERE DALLO STRESS QUOTIDIANO e dalla ROUTINE

controlla il tuo stress prima che lo stress influisca
sul tuo cervello, sul metabolismo, sulla tua SALUTE.
Ci vorrà impegno, ma anche grande soddisfazione personale per il recupero delle proprie performance:

Un viaggio coraggioso e risoluto verso la salute!

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